Doposcuola con Cosper, Meraki e Nazareth. Accompagnamento allo studio e attività aggregative

 

Con l’inizio della scuola, sono partiti i doposcuola SolcoCrEdu con protagoniste tre nostre cooperative socie. La Cooperativa Cosper organizza un laboratorio sul gioco dedicato ai bambini della scuola primaria e un progetto aggregativo dedicato ai preadolescenti tra basket e sartoria, la Cooperativa Nazareth gestisce il doposcuola presso l’oratorio San Francesco d’Assisi per ragazzi da 11 a 16 anni, la Cooperativa Meraki propone doposcuola alla nuova sede in via Dante e alle parrocchie di San Pietro e Cristo Re anche per ragazzi con certificazione DSA e deficit cognitivo, tutoraggio specialistico individualizzato e servizi accessori come pasti e trasporti. Così, abbiamo scambiato qualche parola con gli educatori di riferimento delle tre cooperative per scoprire come sta andando.

Cosper, Erica Notaro

“Cosa mi piace del mio lavoro? Entrare in relazione con i ragazzi e i loro genitori: il rapporto di fiducia che si crea è al contempo sfida e obiettivo”.

Erica, coordinatrice dal 2015 del Centro Ragazzi Iride. “Il nostro doposcuola accoglie 70 minori dai 6 ai 18 anni. La fascia della secondaria di primo grado è numericamente la più rappresentativa. Ognuno di questi ragazzi è portatore di difficoltà scolastiche che possono spaziare da una semplice mancanza di metodo di studio, a delle fragilità più inerenti la sfera degli apprendimenti, non da ultimo a fragilità di tipo emotivo comportamentale”, racconta la coordinatrice. Il tempo è organizzato in due momenti distinti: sostegno scolastico e attività aggregative di tipo laboratoriale e sportivo, grazie alla collaborazione con la ASD Sansebasket. Ci sono poi appuntamenti mensili come la ‘festa dei compleanni’ e le serate a tema in occasione di ricorrenze speciali, come la imminente Festa di Halloween. Le attività aggregative che affiancano quella del sostegno scolastico del doposcuola hanno la funzione di sostenere e supportare con altri strumenti quei ragazzi che hanno qualche fragilità e che quindi possono beneficiare di esperienze che utilizzano altri linguaggi a loro più congeniali”, aggiunge Erica.

 

 

Meraki, Lara Zilli

 

“Cosa mi piace del mio lavoro? Il costante doversi mettere in gioco nei rapporti a più livelli. Con i bambini e i ragazzi, con le loro famiglie, ma anche con le scuole e i servizi”.

Lara, responsabile dei servizi di doposcuola della Cooperativa Meraki. “Quest’anno il doposcuola della sede è iniziato insieme alle scuole ed è stata un’occasione per sperimentare fin da subito i nuovi spazi di via Dante. Attualmente stanno frequentando circa 50 bambini e ragazzi. A Cristo Re e San Pietro altri 15 e 20 per sede“, spiega Lara. Il doposcuola della sede è strutturato su turni da due ore ciascuno e le famiglie possono scegliere tra due formule di frequenza: da tre o da cinque giorni settimanali. I bambini e i ragazzi vengono affiancati avendo sempre come obiettivo l’accompagnamento verso l’autonomia. In particolare nel doposcuola specialistico, vengono attivati dei proficui scambi con le scuole, per stabilire insieme le modalità di lavoro più funzionali per ciascun iscritto. “Da quest’anno vogliamo anche offrire un nuovo concetto di doposcuola, che permetta ai bambini della scuola primaria di sperimentare (oltre al supporto didattico) attività laboratoriali di diverso tipo (sportive, di teatro, musica e inglese)”. Nei doposcuola di Cristo Re e San Pietro, invece, i ragazzi sono seguiti da un educatore della Cooperativa Meraki e da volontari dell’Associazione San Vincenzo. “Una collaborazione che prosegue da anni”.

 

Nazareth, Marta Bonelli

 

“Cosa mi piace del mio lavoro? Trovo che avere a che fare con molte persone, ciascuna con una storia diversa, sia una grande responsabilità, ma anche un’enorme opportunità di crescita personale. Riuscire a guardare la realtà con gli occhi dell’altro mi ha insegnato a comprendere, senza giudicare mai”.

Marta, educatrice a Nazareth dallo scorso novembre. “Quest’anno i destinatari sono 12 ragazzi delle medie cittadine, quest’anno abbiamo bimbi da Anna Frank e Vida, due di loro sono in terza media e hanno già iniziato a farmi domande sul ‘dopo'”, dice Marta. Ci sono difficoltà dovute a volte al contesto familiare, a percorsi di vita fatti di fragilità e marginalità sociali ed economiche;  in tanti casi abbiamo a che fare con BES (Bisogni Educativi Speciali). Rivedere alcuni ragazzi dello scorso anno a settembre per le iscrizioni è stato un bel momento”.