Diego Negrotti, nuovo Presidente Meraki: “Professionalità, competenza e buone prassi per il territorio”

 

Diego Negrotti è il nuovo Presidente di Meraki, cooperativa frutto della fusione tra Il Cerchio, Santa Federici e Ventaglio Blu e socia del nostro Consorzio. Ne abbiamo approfittato per intervistarlo.

Presentazione (nome, ruolo, studi, carriera professionale)
Diego Negrotti dal 2016 è responsabile del settore inserimento lavorativo de Il Cerchio (oggi MERAKI), realtà in cui ha ricoperto per anni incarichi di amministrazione societaria. Ha un’esperienza di 15 anni nell’ambito della cooperazione sociale cremonese ed è attualmente in carica come consigliere di amministrazione di Confcooperative Cremona. Da sempre è attivo nel volontariato e nell’associazionismo cremonese. Laureato in Scienze Agrarie, ha conseguito un Master in Gestione delle Imprese Sociali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Nuovo Presidente di Meraki. Che effetto fa a livello umano e professionale questo incarico?
Il peso è enorme. Così grande che fatico a contemplarlo interamente. Lo sto processando a porzioni grazie all’aiuto dei miei colleghi, con metodo e strategia. Ci tengo a chiarire subito che la forza della nostra organizzazione è la squadra. Un gruppo di professionisti qualificato in grado di progettare ed erogare, grazie alla propria esperienza, attività nei principali ambiti dei servizi sociali, socio-assistenziali e sanitari. Meraki è il risultato di un articolato lavoro realizzato negli ultimi 15 anni da differenti gruppi di colleghi guidati da figure diverse, ma ugualmente mosse dalla passione per la propria comunità e per il bene delle persone che vi appartengono. Sono determinato nel fare tesoro del lavoro svolto finora dai miei predecessori. Mi permetto di citare i loro nomi in quanto mi piace dare un’anima alle “parole”, Gabriele Digiuni, Leopoldo Oneta, Amedeo Diotti, Cristina Cirelli, Alessandro Portesani. Li ringrazio per quello che hanno realizzato e per quello che continueranno a realizzare nei loro ruoli e con i loro progetti, certo che non mi faranno mai mancare la loro visione e il loro supporto.

Che particolarità avete? Cosa vi caratterizza nel fare quello che fate?
La risposta alla tua domanda è racchiusa nel nome della nostra organizzazione. Meraki è un termine greco il cui significato è “fare con passione, creatività ed amore”. Questo è il valore fondante e la vision della Cooperativa. Meraki offre al territorio una ampia filiera di servizi altamente qualificati. La continua attenzione alle espressioni di disagio nelle sue varie forme ha portato la Cooperativa ad elaborare progetti sociali integrati, sviluppando iniziative che coniugano aspetti di originalità alla capacità di integrarsi e di valorizzare le risorse già operanti nel territorio. Il sistema di welfare è necessariamente il risultato di un sofisticato e articolato processo di co-costruzione di servizi e progetti che vede interagire enti pubblici, agenzie private, organizzazioni di volontariato e cittadini. In questo processo Meraki intende restare in prima linea con grande energia e intelligenza operativa. Ci tengo a puntualizzare che quello che ci contraddistingue più di ogni altra cosa è lo stile umano e l’amore con cui ci applichiamo al lavoro, con cui ci accostiamo alle persone e ai loro mondi. I nostri operatori ci mettono davvero tanta energia, tanta pazienza e tanto della loro vita ogni giorno e gliene sono grato. Questo modo di lavorare e accogliere le persone è sostenuto da alcuni concetti in cui crediamo. L’identità dell’uomo prende forma nella relazione con gli altri e grazie ad essi. Ogni uomo ha il diritto di perseguire la propria naturale aspirazione alla felicità al di là della condizione materiale, economica o di salute in cui versa. I limiti sono negli occhi di chi guarda e in fondo solo un diverso sguardo sull’uomo può renderci capaci di cambiare le cose.

Meraki è nata da poco, ma è frutto di realtà storiche e consolidate. Come accompagnerà questo percorso appena iniziato, con quale metodo?
Meraki è una nuova cooperativa frutto della fusione tra Il Cerchio, Santa Federici e Ventaglio Blu. Ognuna, portatrice di longeva esperienza in campi di azione differenti seppur simili a quelle delle altre, ha contribuito alla creazione di questa nuova realtà che non è la semplice somma delle precedenti, ma la risultante di un’intenzionalità condivisa di rinnovamento e sviluppo fondata su principi comuni. Uno scopo di questa fusione è progettare e gestire attività di welfare a 360 gradi nell’intero territorio provinciale. In ambito sociale, assistenziale, di inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio, e sanitario per formulare proposte specialistiche integrate e complete in grado di soddisfare bisogni multidimensionali e complessi che i cittadini esprimono. Una seconda motivazione che ha giustificato la scelta di una fusione va ricercata nella necessità di un maggiore dimensionamento aziendale per poter fronteggiare le sfide che l’attuale congiuntura economica e il mercato stanno proponendo e proporranno. Meraki è diventata la prima cooperativa sociale della provincia, per ampiezza della filiera, per radicamento territoriale, per numero di addetti e per valori di produzione. Va sottolineato, però, che la visione strategica appena proposta è stata possibile solo grazie ad un percorso di conoscenza, di collaborazione operativa, di condivisione profonda del modo di fare welfare sul territorio. La ricchezza di esperienze e di professionalità che questa unione rappresenta, sta già generando frutto nell’ambito dell’innovazione e della progettazione di nuovi servizi ai cittadini, che presto saranno presentati al territorio. Moltissimi partner pubblici e privati del territorio hanno richiesto in questi mesi un potenziamento della collaborazione con Meraki, proprio per effetto del maggior potenziale produttivo espresso a seguito della fusione. Il principale fattore di successo competitivo di Meraki è la messa a frutto, sempre nell’ottica dell’integrazione, della collaborazione con le altre realtà del gruppo, il Cerchio MED in ambito sanitario, Anffas Cremona APS e Amici della Santa Federici, due associazioni del territorio portatrici di grandi valori e con una considerevole attenzione nei confronti della fragilità.

Mi dice la cosa più bella del tuo lavoro? E la cosa più difficile?
Mi piace molto l’interazione che posso avere con le persone. Dai colleghi agli operatori esterni, dagli addetti agli utenti, dai clienti ai fornitori. Un mare di vite ed esperienze. Una quantità pazzesca di particolarità. È impegnativo stare di fronte a tutti, accogliendo le modalità, le esigenze, i problemi e le istanze di ognuno di loro, ma in fondo è l’unica cosa che dà davvero senso al mio impegno. La cosa più difficile invece è applicarmi per superare i miei limiti e le mie cattive abitudini, addestrarmi ad essere sempre più adeguato, per me stesso e per le esigenze del ruolo che rivesto.

Su quali ambiti secondo lei Meraki, nell’immediato e in prospettiva, dovrà di più lavorare?
Credo che nei prossimi anni la nostra organizzazione debba perseguire due traiettorie complementari. La prima traiettoria è quella del consolidamento organizzativo che vedrà la nostra cooperativa impegnata in una ristrutturazione gestionale di tipo industriale dettata dalla dimensione e dalle esigenze di performance organizzativa, economica e finanziaria. Questo è un processo poco diffuso tra le organizzazioni del terzo settore che spesso, considerate le ridotte dimensioni che mediamente le contraddistinguono, fanno della conduzione di tipo informale un valore. L’applicazione di logiche gestionali tipiche delle organizzazioni profit viene considerato dagli addetti ai lavori come il pericolo di snaturare lo scopo e lo stile delle realtà no-profit nelle quali lavorano. Ci impegneremo per dimostrare che questa concezione è assolutamente superata, consolidando la nostra organizzazione e diventando maggiormente efficaci, mantenendo la nostra anima sociale e la nostra capacità di offrire servizi realizzati sulla misura dei bisogni delle persone. La seconda traiettoria è quella del rilancio del nostro presidio territoriale. Negli anni abbiamo intessuto relazioni funzionali e generative con la maggior parte degli enti e delle agenzie del territorio. Intendiamo investire ancora di più nel confronto e nella co-progettazione con queste realtà al fine di sintonizzare il nostro operato con le esigenze della comunità e del sistema, indirizzando così le nostre energie e le nostre attività nella giusta direzione. Intendiamo catalizzare strategicamente le risorse della comunità, siano esse pubbliche o private. Intendiamo aprire i nostri servizi alla cittadinanza attraverso occasioni ed esperienze che possano generare intrecci umani, promuovere il benessere delle persone e promuovere l’inclusione sociale.

In questi anni avete ampliato il vostro raggio d’azione e avete aperto numerose sedi, c’è una strategia?
La cooperativa è cresciuta molto velocemente e lo ha fatto ampliando la propria filiera di servizi ma anche ampliando il proprio raggio d’azione territoriale. L’unione delle tre organizzazioni ha permesso a Meraki di consolidare il proprio presidio nella provincia di Cremona, in particolare nel distretto cremonese e casalasco, anche se da un paio di anni stiamo avviando numerose attività anche nel territorio cremasco. Meraki ha realizzato una sede in ognuno dei capoluoghi dando vita a dei poli per le famiglie e la comunità. Presso le sedi vengono erogati numerosi servizi rivolti ai bambini, agli studenti, alle famiglie, alle persone anziane, alle persone con disabilità o in condizione di fragilità. Sono luoghi belli e accoglienti dove le persone possono trovare risposte oppure essere orientate verso la rete dei servizi pubblici e privati del territorio. I miei predecessori hanno sempre puntato molto sulla qualità dei servizi resi e la funzionalità delle sedi è sempre stata il nostro fiore all’occhiello. Attualmente abbiamo due sedi a Casalmaggiore, due sedi a Cremona, una sede a Crema e una a Vigevano. Recentemente abbiamo aperto la nostra nuova sede di Via Dante 132 a Cremona. Mancano alcuni accorgimenti e sarà ultimata. Potremo inaugurarla nei primi mesi del 2024. È stato un grande sforzo e un significativo investimento, ma ne siamo fieri. Siamo certi che diventerà un tassello fondamentale del sistema dei servizi di welfare della città.

In questo percorso, che ruolo può avere per Meraki il Consorzio Solco?
Confidiamo che il Consorzio possa agire con determinazione la propria funzione istituzionale, promuovendo la filiera dei servizi delle cooperative associate verso la comunità e le aziende del territorio, generando occasioni di co-progettazione tra soci al fine di candidare nel territorio iniziative imprenditoriali innovative. Dal Consorzio confidiamo di poter ricevere stimoli ed occasioni di sviluppo capaci di migliorare l’efficacia della nostra azione sul territorio.

E cosa Meraki potrà portare nel Consorzio?
La filiera dei servizi gestiti da Meraki può completare e valorizzare l’offerta che il Consorzio può garantire al territorio.

C’è un messaggio che vuole inviare alla nostra rete consortile?
Le cooperative sociali socie del Consorzio sono un patrimonio preziosissimo per la nostra comunità. La professionalità, la competenza e le buone prassi consolidate negli anni le rendono attori fondamentali del sistema locale di welfare. Le nostre organizzazioni dovranno essere capaci di rinnovarsi e adattarsi alle esigenze dei tempi e ai repentini cambiamenti dei contesti di vita. Dovranno saper collaborare e completarsi dentro una visione ampia che considera l’intero sistema dei servizi e non la singola attività.