Valeria, tutore volontario: “Difficoltà e soddisfazioni. Guardate Orgito, ora lavora!”.

 

“L’idea di diventare tutore mi è venuta anche ascoltando una trasmissione radiofonica”Valeria Margaroli, 65 anni, è insegnante a Cr.Forma, centro di formazione professionale di Cremona e Crema, e si occupa, oltre che delle lezioni, di seguire i ragazzi nei tirocini curricolari nelle aziende del settore della ristorazione. Nel 2020, sostenuto il colloquio di selezione e il corso di formazione, è diventata tutrice di minori stranieri non accompagnati e, per questo, è spesso a contatto con la nostra Cooperativa Nazareth. “Venire a contatto con la cooperativa, mi ha permesso di capire meglio il sistema dell’accoglienza e ho cercato di rendermi il più disponibile e collaborativa possibile”, dice Margaroli.

Proprio dalla sua professione deriva l’idea di aiutare i minori stranieri non accompagnati. “Nel corso della mia attività lavorativa – continua l’insegnante – ho assistito a diverse ondate migratorie di minori non accompagnati e, anche se in maniera non istituzionalizzata, ho sempre cercato di aiutare i ragazzi a trovare una collocazione lavorativa. La svolta però è stata la trasmissione radiofonica su Radio3, in cui si parlava della nuova figura istituita dalla legge Zampa nel 2017″, appunto quella dei tutori volontari di MSNA, ovvero privati cittadini che a titolo gratuito danno la loro disponibilità ad esercitare la rappresentanza legale di minori giunti in Italia senza alcun adulto di riferimento.

In questo momento, segue cinque ragazzi, due dei quali appena quindicenni che stanno per essere inseriti in un percorso scolastico che li porterà poi ad entrare nel mondo del lavoro. Il rapporto con i minori, soprattutto all’inizio, non è facile. “La prima difficoltà è conquistare la fiducia dei ragazzi. Non si deve dimenticare la cultura diversa e le differenti regole della comunità. Poi, ci sono il divario linguistico e il rapporto con le famiglie d’origine. La totalità dei ragazzi arriva con un mandato familiare: lavorare e mandare i soldi a casa”, racconta Margaroli. Un rapporto anche difficile, ma che spesso continua. “Poi i minori di cui sono stata tutrice diventano maggiorenni, ma riesco con la maggior parte di loro a mantenere ottimi rapporti”, aggiunge.

L’esperienza del tutore è sicuramente sfidante. “Il tutore non è responsabile penalmente del ragazzo, non lo deve ospitare e può gestire la relazione come crede. Ognuno di noi ha un suo modo di occuparsi dei ragazzi, non esiste una ricetta assoluta. Come tutori cremonesi, ci sentiamo spesso e ci confrontiamo”. Storie altalenanti e ostacoli da affrontare, ma anche tante soddisfazioni. Una di queste è Orgito Xhafa (in foto). “Albanese di origine, vive attualmente in un appartamento della Cooperativa Nazareth. Ha frequentato il corso di Cr.Forma sulla dispersione scolastica. Orgito si è fidato e ha conseguito la qualifica professionale diventando Tecnico di cucina. Ora, ha un contratto di apprendistato presso un Centro Sportivo della città”. La fiducia, l’impegno, la possibilità, l’inclusione. Dovrebbe essere sempre così”, conclude la tutrice.