Agenda 2030, obiettivo “Sconfiggere la fame”. Rigenera: “La nostra parte per il futuro del pianeta”

 

Porre fine alla fame. Per approfondire il secondo obiettivo dell’Agenda 2030, abbiamo coinvolto Rigenera, realtà di Agricoltura Sociale della Cooperativa Nazareth. Siamo partiti dalla sicurezza alimentare che è punto di partenza per contrastare la fame nel mondo con, innanzitutto, la questione della salute delle piante, a cui la Fao recentemente ha dedicato una specifica Giornata. Da questo punto di vista, Rigenera è assoggettata al regime di controllo del biologico. Che cosa significa? Che i bulbi, le sementi e le piantine provengono da aziende certificate BIO e che tutto viene coltivato secondo il metodo dell’Agricoltura Biologica, con soli prodotti naturali.

La migliore qualità delle piante che arrivano in azienda garantisce una migliore resistenza alle malattie ed agli attacchi dei patogeni. Ma poi qual è il compito di Rigenera? Coccolarle. “Diserbiamo a mano, senza utilizzare diserbanti chimici – racconta Giusy Brignoli, responsabile dell’Azienda – mettiamo a mano tutori e reti di sostegno, facciamo controlli giornalieri su tutte le colture, cercando di prevenire i problemi. Raccogliamo prevalentemente a mano e quando il frutto raggiunge la sua maturazione, evitando l’utilizzo di maturanti artificiali”.  Il lavoro di Rigenera si basa anche sulla ricerca continua per offrire una scelta ampia di prodotti di stagione con metodi di produzione sostenibili, raggiungendo diversi mercati.

Oltre alla qualità, è fondamentale la quantità. Una declinazione dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 è anche la riduzione degli sprechi. “La strutturazione della filiera produttiva ci permette di non avere particolari sprechi. Ciò che non viene venduto, viene trasformato. Può essere compostato e diventare sostanza organica per i nostri campi oppure viene destinato alle caprette. Anche loro apprezzano sempre le verdure di Rigenera!”, racconta Giusy.

La sicurezza alimentare riguarda anche la sicurezza dei lavoratori. “Con l’evento del 7 aprile dedicato al Caporalato in Agricoltura alla nostra sede Civico81, organizzato in sinergia con l’Università Cattolica, abbiamo potuto toccare con mano che il nostro è un settore in cui lo sfruttamento è ancora presente. – continua GiusyNoi siamo fortunati. Lavoriamo in sicurezza, con la giusta retribuzione e non utilizziamo prodotti nocivi. Il lavoro è faticoso, ma ci dà soddisfazioni professionali e umane”. Già, perché Rigenera va oltre e fa anche attività sociale ed inclusiva, coinvolgendo all’interno dell’azienda persone svantaggiate come detenuti o migranti. “Rigenera produce un enorme valore in termini di inclusione, cultura del cibo di qualità, custodia del territorio, formazione e qualificazione dei lavoratori, animazione della comunità – prosegue Giusy – Tutto ciò che non viene quantificato dal punto di vista economico, fa parte però del bilancio sociale della Cooperativa Nazareth che guarda al nostro lavoro con molto orgoglio e ci sostiene perché vede nell’Agricoltura Sociale una possibilità di futuro buono per molti lavoratori e per la comunità”.

E proprio guardando alla comunità, per sconfiggere la fame è indispensabile la cultura del cibo. Per diffondere il “valore del cibo”, Rigenera investe energie e denaro per animare la comunità, ad esempio coinvolgendo le scuole con orti didattici. Attualmente, le scuole con progetti attivi sono tre e, dal mese di maggio, se ne aggiungeranno altre. Ma non solo gli studenti. “Abbiamo offerto un corso sui temi dell’outdoor education a cui sono iscritti 80 tra insegnanti, operatori sociali e volontari”, dice Giusy. E l’Azienda è sempre aperta alle visite da parte delle scuole e dei clienti. “Un lavoro costante per tenere vivo il più possibile il dialogo. Noi stiamo facendo la nostra parte per dare futuro a questo pianeta: rispettando la natura, valorizzando il territorio e dando speranza a persone che l’avevano persa”, conclude la responsabile.

 

Ph. DAVICINO per Cr.Wave