Casa Rifugio di Aida, Cosper a supporto delle donne (spesso madri) vittime di violenza

 

Nella settimana della Festa della donna, approfondiamo il progetto della Casa Rifugio di Aida Cremona, una struttura a indirizzo segreto, gestita dal 2019 dalla Cooperativa Cosper, in cui vengono accolte in via temporanea le donne vittime di violenza per la prima fase del percorso di uscita dalla situazione critica e per la graduale acquisizione di una nuova libertà e una nuova autonomia.

Le donne ospiti

Nell’ultimo anno e mezzo – ci spiega la Cooperativa Cosper – abbiamo accolto alla Casa rifugio 9 donne o nuclei. Gli accessi avvengono su segnalazione dei centri anti violenza, come AIDA (Associazione Incontro Donne Antiviolenza), o degli enti territoriali. Si tratta di donne di età diversa, dai 20 ai 45 anni. Alcune con figli, quasi tutte di nazionalità straniera. L’elemento della provenienza ha messo in primo piano la questione linguistica, a volte un ostacolo nella fase iniziale dell’inserimento. Per questo abbiamo messo in gioco anche traduttori o mediatori“.

Il tipo di violenza

A prevalere – continuano dalla Cooperativa – è la violenza familiare e domestica, da parte soprattutto dei mariti o dei compagni, ma ci sono stati anche casi di violenze perpetrate da amici o vicini di casa. Si tratta di violenze fisiche, ma anche psicologiche ed economiche”.
Cosper collabora con i servizi sociali per strutturare il percorso adatto a ciascuna donna a seconda della sua situazione personale, perché possa acquisire sempre maggiore autonomia, perché possa piano piano “camminare con le sue gambe”, occupandosi di accompagnarle in tanti aspetti, dalla gestione delle risorse economiche al lavoro, dalla casa alla genitorialità. Un’altra collaborazione fondamentale, soprattutto in termini di protezione, è quella con le forze dell’ordine, allertate all’arrivo di ogni nuova ospite, affinché le donne possano essere al sicuro.

La settimana tipo

L’organizzazione delle giornate alla Casa Rifugio di Aida dipende dal numero di donne presenti in struttura, dal percorso che ognuna di loro sta facendo, dalla presenza o meno dei figli. “A differenza di altre – spiega ancora Cosper – non è una struttura h24, ma la villa è assolutamente protetta e gli educatori fanno dei turni diurni per stare con le donne e accompagnarle nel loro percorso“.
Sempre rispettando i tempi di ogni donna, la prima settimana generalmente non sono previste uscite dalla struttura, ma, a partire dalla seconda, accompagnate da un’educatrice, le ospiti cominciano ad uscire prima di tutto per fare la spesa. “Abbiamo notato nella quasi totalità delle donne accolte – ci dicono da Cosper – la difficoltà nel gestire in modo autonomo le risorse economiche. Sono donne che spesso vanno supportate in questo. Viene fatto un lavoro sul budget e sugli acquisti, in modo che possano poi raggiungere l’autonomia necessaria per il reinserimento nella vita esterna“.
Accanto alla spesa, per le donne che sono anche madri, c’è tutta la gestione dell’inserimento scolastico dei figli che con il covid e la Didattica a distanza è diventato ancora più impegnativo. Inoltre, a riempire la settimana, ci sono le attività negli spazi comuni della Casa, come pulizie o preparazione dei pasti, e in quelli all’aperto, come orto o giardinaggio.
Fondamentale per le ospiti è sicuramente l’attività di Aida che, anche attraverso volontari, offre alle donne sportello d’ascolto, supporto psicologico, supporto legale e supporto genitoriale. “I nostri servizi – spiega Elena Guerreschi, presidentessa di Aida – si affiancano all’azione educativa professionale della cooperativa. Servizi che non si sono mai fermati nemmeno durante la pandemia, ma che abbiamo ripensato con modalità a distanza. Le donne che arrivano alla Casa Rifugio sono all’inizio del loro percorso di uscita dalla violenza. Cominciano a rielaborare i traumi e piano piano a trovare in loro stesse le risorse per superare le criticità. Si tratta di percorsi lunghi. Noi non forziamo mai le donne, ma ci mettiamo in ascolto. La rete di supporto è fondamentale per loro”.

Le donne madri

Uno dei lavori più grandi con le donne che sono anche madri è quello sulla genitorialità. La Cooperativa Cosper più che strutturare attività con i bambini, si occupa di accompagnare le donne nella crescita dei propri figli, sia all’interno della Casa, sia all’esterno, con l’inserimento scolastico e anche con quello nella comunità, per esempio con la partecipazione alle attività dell’oratorio. “Per il futuro, non escludiamo – dicono da Cosper – di fornire anche un supporto psicologico ai minori che sono spesso vittime di violenza assistita“.

Le prospettive

Alla Casa Rifugio le donne possono restare massimo 12 mesi, eventualmente estendibili ad altri sei. Difficilmente le ospiti rimangono per un periodo così lungo. In media stanno alcuni mesi. E poi? “Come cooperativa – concludono quelli di Cosper – stiamo gestendo anche un’altra struttura di Aida, la Casa Alice, un appartamento di semiautonomia. Ci siamo resi conto, infatti, che prima del ritorno alla normalità a volte è utile ‘fare tappa’ in un contesto autonomo ma protetto in cui rafforzarsi ulteriormente in particolare sugli aspetti del lavoro, della casa e dalla genitorialità”. 

Come contattare Aida?

L’Associazione AIDA è al servizio delle donne vittime di violenza ed è disponibile a collaborare con istituzioni e cooperative interessate al tema della violenza sulle donne. Ecco i contatti:

www.aidacremona.it
Telefono: 0372 801427
Cellulare: 338 960 4533
E-mail: aida.onlus@virgilio.it
Pec: aida.onlus@pec.it