Monica, Dimitri e Antonio: quando un ristorante diventa un’opportunità (inclusiva) di lavoro e di crescita

 

Il BonBistrot ha chiuso alle 15. Monica e Dimitri hanno lavorato alla mattina, mentre Antonio ha appena finito. Si prestano ad una breve intervista ai tavolini nel cortile del Civico81 per testimoniare quanto l’esperienza che stanno vivendo alla realtà del BonBistrot sia (comunque, a prescindere dagli approcci che sono del tutto personali) una occasione formativa e lavorativa importante per il loro percorso.

Monica, Dimitri e Antonio sono tre dei ragazzi della Comunità psichiatrica a media protezione Sereno Variabile della Cooperativa Varietà. La comunità è rivolta a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni e ha l’obiettivo di offrire opportunità riabilitative a ragazzi con problematiche di esordio della malattia mentale, nel tentativo di evitare loro di entrare nei circuiti psichiatrici tradizionali. E l’inserimento lavorativo, tutti i giorni in un vero e proprio contesto professionale, è un aspetto importantissimo nei percorsi dei ragazzi per valorizzarli, per imparare le regole, per allenarsi al lavoro e alle relazioni, per provare piccole occasioni di autonomia.

Monica e il sogno di “un bar tutto mio”

“Prima del covid servivo in sala – comincia Monica, 21 anni con una qualifica professionale allo Ial Cisl – Ora che sono rientrata mi hanno dato il compito di lavare le teglie. Lavorare al BonBistrot mi piace, per me è come una seconda famiglia. Ho conosciuto molte persone, giovani e adulti, che possono essere i miei genitori. E poi mi piace un casino fare i caffè, soprattutto macchiati caldi, e i marocchini. Cosa vorrei fare da grande? Mi piacerebbe aprire un bar tutto mio con due dipendenti così quando io non ci sono fanno loro il lavoro!”. 

Dimitri: “Importante è lavorare”

“Io ho sempre lavorato – racconta Dimitri, 19 anni, da un anno a Sereno Variabile e al BonBistrot – Ho fatto esperienze nei vigneti, in un panificio e in fabbrica. Adesso sono qui al BonBistrot dove faccio l’aiutocuoco. Prima sapevo cucinare le cose elementari, ma qui ho imparato molto. Se mi piace il lavoro? Diciamo che per me è importante lavorare, più del lavoro in sé però, ma si, mi piace”.

Antonio, il perito dentro un percorso

Antonio è il più grande dei tre (ha 31 anni ed è perito meccanico) e l’ultimo arrivato alla comunità e al BonBistrot (tre mesi fa). “Lavoro dalle 13 alle 16 tutti i giorni e aiuto a pulire i contenitori dei pasti a domicilio – dice Antonio – Si tratta di un lavoro molto semplice, ma va bene adesso nel mio percorso di riabilitazione. Mi aiuta a passare il tempo ed è comunque una opportunità. Certo aspiro a trovare un lavoro più in linea con quello che so fare, per esempio in una impresa edile oppure in una industria metalmeccanica”.