Tirocinio a 30 anni e poi il contratto, Elisa: “Contenta di essermi rimessa in gioco”

 

“Indipendentemente dall’età anagrafica e dalle precedenti esperienze lavorative credo che il tirocinio vada comunque provato perché ti consente di rimetterti in gioco e di scoprire cose di te che prima magari non conoscevi”. Elisa ha 31 anni e abita in provincia di Cremona. È mamma di una bimba e incinta della seconda che nascerà tra qualche mese. Dalla fine degli studi come operatore sociale, ha avuto alcune esperienze professionali nel campo del commercio, poi – complice anche la prima gravidanza – ha deciso di cambiare.

“Sono una persona che ha sempre dei progetti in testa, il cambiamento non mi spaventa anzi mi stimola – racconta – Sono arrivata a Mestieri perché volevo iscrivermi a dei corsi e sapevo che loro sono molto attivi sulla formazione. Mi sono iscritta ad un corso sul programma excel e ad uno sul ‘fare impresa’ perché non escludevo di aprire una mia attività. Poi mi hanno proposto il tirocinio in un’azienda metalmeccanica e ho accettato”. Elisa ha fatto il colloquio con l’azienda, è piaciuta e ha cominciato un periodo di tirocinio retribuito di tre mesi. Dopo una settimana le hanno aumentato le ore e, concluso il tirocinio, è stata assunta con un contratto di un anno. “Durante il periodo di tirocinio l’elemento fondamentale per me è stato lo spirito di adattamento – continua Elisa – Il tirocinio è un’esperienza che ti rimette in gioco dal punto di vista professionale perché capisci se un lavoro ti piace e perché acquisisci nuove conoscenze e competenze e dal punto di vista personale perché ti inserisci in un ambiente nuovo e conosci persone con cui poi dovrai lavorare e soprattutto collaborare”. 

Elisa nell’azienda si occupa di ordini ai fornitori. “Mi hanno fatto conoscere i prodotti, che per me erano completamente nuovi, anche portandomi fisicamente in magazzino e questo mi è stato utile per cominciare ad imparare il nuovo lavoro e mi ha stimolato molto”, dice. Elisa ha il diabete di tipo 1 ed è stata assunta con la legge 68 per le categorie protette. “Sono 23 anni che convivo con il diabete e mi so autogestire – dice – L’azienda è davvero molto attenta e mi ha sempre tutelato. Da parte mia, io ho sempre cercato di non far pesare troppo la mia condizione sul lavoro, di non approfittarne”. Anche adesso che Elisa è in maternità ci tiene a pensare anche all’azienda. “Ho già detto quando avrei intenzione di rientrare – conclude – e ho dato la mia disponibilità per lo smart working. Ho il marito e la mamma che sono imprenditori e so quali sono i bisogni e i tempi di un’impresa. Per questo ci tengo a conciliare le esigenze mie e della mia famiglia con quelle dell’azienda per cui lavoro”.