
Veronica, educatrice di Cosper per ‘Ci sto affare fatica’: “I giovani chiedono luoghi non solo fisici, ma relazionali”
Nell’ultima settimana del progetto il commento è: “Tosto ma bello!”. Veronica ha 27 anni ed è educatrice della cooperativa Cosper. Si occupa di servizi domiciliari e educativa di soglia, target preadolescenti e adolescenti. Nelle ultime sette settimane ha seguito il progetto “Ci sto? Affare fatica”, nato a Bassano del Grappa (in Veneto) e ora presente in ben 14 regioni d’Italia, supportato anche dal Ministero del Lavoro, che coinvolge ragazzi tra i 14 e i 19 anni in esperienze di cura del bene comune. A Cremona l’iniziativa è gestita attraverso un partenariato tra Cosper (capofila) e l’Amministrazione comunale – Centro Quartieri e Beni Comuni.
Veronica, insieme a Sara e Federica, è stata una delle educatrici che ha seguito gli oltre 100 giovani coinvolti. “Quando sono state aperte le iscrizioni ci chiedevamo: ‘chissà in quanti parteciperanno?’ – comincia a raccontare Veronica – e invece abbiamo avuto un boom. Avevamo circa 110 posti e si sono iscritti in 193, scegliendo la settimana e il quartiere preferiti. Più o meno, tra ritiri e indisponibilità, siamo riusciti a coinvolgere tutti”.
Il progetto è iniziato con una formazione a Bassano del Grappa per gli operatori coinvolti in tutti i progetti in Italia. “C’è stata una parte più pedagogica – dice Veronica – e poi una più pratica e operativa”. Le iscrizioni sono state raccolte a maggio e a Cremona l’attività è partita a giugno. Sono state organizzate 13 squadre, 11 a Cremona, 1 a e 1 a . Divisi in gruppi di 10, per una settimana, i ragazzi di “Ci sto affare fatica” hanno ridipinto panchine e staccionate, abbellito cabine elettriche e container, strappato l’erba nei parchetti e ridisegnato le righe di campi sportivi. Non lo hanno fatto da soli. Accanto a loro, oltre all’educatore, un tutor 20-30enne con il ruolo di guida e di coordinatore, e un handyman, un adulto tuttofare per le competenze tecniche e artigianali del lavoro sul campo. E alla fine della settimana, attestato e un ‘buono fatica’ del valore di 50 euro.
“Con questo progetto – prosegue Veronica – i ragazzi hanno sperimentato una fatica positiva che li ha resi orgogliosi di aver contribuito alla cura di qualcosa di tutti. In più in tutti i gruppi c’è stato uno scambio generazionale positivo, tra ragazzi, giovani e adulti. Le positività riscontrate non sono state solo a livello concreto (responsabilità, puntualità, competenze tecniche), ma anche e soprattutto a livello relazionale”.
“Una cosa che mi ha colpito? – racconta l’educatrice di Cosper – All’inizio la maggior parte dei ragazzi era lì perché non sapeva cosa fare d’estate, poi hanno scoperto il gruppo, la fatica quella piacevole, altri punti di vista. Se qualcuno il primo giorno non vedeva l’ora di andarsene, al terzo rimaneva oltre l’orario per chiacchierare sulla sua vita e raccontarsi. Ed è questo l’aspetto importante del progetto”.
“Da educatore – dice Veronica – con ‘Ci sto affare fatica’ ho avuto la conferma di ciò che ho sempre pensato. I ragazzi ci chiedono di avere luoghi non solo fisici, ma sociali. Anche per sentirsi di nuovo parte di quella comunità che spesso è chiusa nei loro confronti. I giovani, con i giusti strumenti, sono una ricchezza per tutti!”.
E allora, l’appuntamento forse è nel 2023 con la seconda edizione cremonese del progetto. “Io lo spero – chiude Veronica – Anche perché ci sono genitori che ci hanno già detto coinvolgeranno i loro figli”.
Vai al sito del progetto Ci sto affare fatica